Il cambiamento fa paura

Quante volte nella vita ci siamo detti (o ci hanno detto) “volta pagina, vai oltre”. Parole semplici, che risuonano anche fin troppo conosciute, tanto da essere praticamente inefficaci se pronunciate “superficialmente”. In cosa consiste davvero il voltare pagina? E, poi voltare pagina da cosa, di cosa?

panda_holds_hand(arm)La maggior parte di noi sviluppa attaccamento per qualunque cosa lo circonda: i luoghi abituali ma anche gli eventi che si susseguono nella nostra vita. Per non parlare delle persone, naturalmente! E anche quando la vita va avanti, procede lungo il suo percorso, noi restiamo fortemente ancorati al nostro vecchio palcoscenico, impendendoci così di vedere oltre, di scoprire che “dietro quella pagina” c’è ben altro e restiamo immobili a sperare che tutto torni come prima. A volte, abbiamo anche la sensazione di sentirci così forti e “potenti” da poter cambiare le cose della vita, ma in fondo sappiamo bene che non è così, una vocina che arriva dai meandri del nostro essere, ci ricorda di tanto in tanto (quando ci permettiamo di ascoltarla) che occore procedere, salutare il passato e guardare all’istante presente e a cosa ci offre.

La reazione, naturalmente, è più che comprensibile. Ciò che cambia spaventa perché è nuovo, non è conosciuto: nessuno ci assicura che potrebbe andare meglio di prima. E se invece andasse peggio? Ecco ciò che temiamo davvero: che vada peggio, il classico salto dalla padella alla brace. Vi ricordate la storia di Cappuccetto Rosso? Fin da piccoli ci hanno detto che “chi lascia la strada vecchia per la nuova, sa quel che lascia ma non sa quel che trova!”. E con un mantra di tale portata, be’, come si fa a essere felici del cambiamento? No, certo, meglio non rischiare. Meglio la così tanto decantata “sicurezza” che, ormai allo stato in cui siamo a livello sociale, non è più nemmeno una questione di nucleo familiare o giù di lì. È diventato un vero e proprio status collettivo, che costringe la maggior parte degli individui nella prigione delle false certezze.

In realtà, è così evidente che l’uomo non dispone di “sicurezza” per natura. Non l’ha mai avuta né mai l’avrà, perché non c’è nulla di cui essere sicuri e questo perché nulla (e nessuno) è esente dalle leggi dell’eterno cambiamento. Tutto è costantemente in cammino, in evoluzione. E restare ancorati a ciò che è stato e non ha più motivo di essere può soltanto creare danni, di varia entità.

In realtà questa rincorsa alla sicurezza a qualunque costo non fa che generare sempre più paura, sempre più tensione e maggiore disidentificazione da ciò che ci circonda, dalla natura stessa. Tutte queste notizie elargite in tono allarmistico amplificano il senso di impotenza. Si urla continuamente “al lupo al lupo!” ormai per qualsiasi cosa: migranti, violenza domestica e temperature più o meno dissimili dalla stagione in corso sono solo alcuni esempi. Ma forse sarebbe meglio conoscere il lupo, imparare ad affrontarlo, il che non significa affatto sconfiggerlo, perché solo ciò che è inconosciuto può sembrare nemico, mentre ciò che conosciamo, possiamo includerlo (piacevolmento o meno, poco importa) nelle cose della vita.
Accade la stessa cosa con i nostri malanni. Siamo ormai portati (forzatamente) a ingigantire, generalizzare, temere qualsiasi sintomo, anche il più “naturale”. Pensate a un’influenza stagionale e state pur certi che molte persone non passano neppure da un normale antinfluenzale, ricorrendo direttamente all’antibiotico, senza conoscerne le reali controindicazioni o anche i semplici effetti collaterali. E se non è paura questa!

La questione è che il cambiamento avviene, a prescindere dalla nostra volontà. Tanto vale farsi trovare pronti se non, addirittura, crearlo e metterlo in atto. Agire il cambiamento è una questione di consapevolezza e di volontà, ma anche di amore per se stessi e della vita.

In pratica

Concediti 5 minuti al giorno per “sentirti”, per scoprire chi sei, cosa stai cercando, in quale direzione sta andando la tua vita. Chiediti se è proprio quella la direzione giusta per la mèta che ti sei prefissato. Non è necessario darsi delle risposte: afrriveranno da sole, se e quando sarai pronto. La cosa fondamentale è guardarti e guardare le cose della tua vita ogni giorno  con un po’ di distacco, come se appartenessero ad altri. Solo così, quando il cambiamento arriverà, non ti coglierà di sorpresa.

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