Senza pretese

lucia morelloIl mondo non ha bisogno di nulla di materiale che già non esista, anche in abbondanza. Questa è una realtà.

Le strade che ho percorso fino ad oggi, in realtà, mi hanno sempre portato in dono una domanda, la stessa domanda da parte di ogni singolo essere umano che io abbia mai incontrato. Perché tanta sofferenza?

Non ho risposte, se non che “perché” non è la domanda corretta. O meglio, prevede una sola risposta. Una soltanto. Perché tante guerre? Per ottenere maggior potere. Perché tanta violenza? Per ottenere maggior potere. Perché la fame nel mondo? Per ottenere maggior potere. Perché mio padre mi picchia? Per esprimere potere. Perché sono brutta? Perché chi te lo fa credere agisce il suo potere su di te.

Sì, credo che tutto ruoti intorno alla sete di potere che ormai da tempi immemorabili affligge l’umana natura. L’uomo anela quasi esclusivamente al potere, sosteneva un grande Essere dei nostri tempi scomparso da poco: Raimon Panikkar. Inutile dunque chiedersi il perché di ciò che accade. Meglio sarebbe domandarsi (e domandare) come, quando, dove, in che modo la sofferenza si genera e si propaga nel tempo e nello spazio. Quali sono le cause e quali le strade che percorre per arrivare fino a noi, fin dentro le nostre viscere.

La sofferenza. Tutti i testi antichi la accomunano all’attaccamento. Più attaccamento nutriamo per qualcuno o qualcosa e maggiore sarà la sofferenza che proveremo nel dovercene separare, al momento del distacco. Qualsiasi cosa sia. Un affetto, un abito, del denaro, un’auto o una pietra. Senza distinzioni. Come contraddire? È così.

UmanoVariabile non è (e non ha) la risposta. Qui non ci sono risposte su come combattere o cancellare definitivamente la sofferenza dalle nostre vite e dall’universo intero. Certo è che dai tempi antichi e fino alle più recenti scoperte scientifiche in campo fisico e quantistico, ci sono stati forniti innumerevoli strumenti per trasformare la sofferenza, trasmutarla, trascenderla. Perché la sofferenza non si cancella né tantomeno si combatte. Energia inutilmente gettata alle ortiche. La sofferenza può essere trasformata, resa alleata ed essa stessa usata come meraviglioso strumento di crescita ed evoluzione interiore.

Dovremmo imparare a prendere la sofferenza da quel luogo d’ombra in cui l’abbiamo relegata, quasi come su un terrifico e intoccabile trono, e riportarla alla luce, renderla parte integrante del nostro quotidiano, fino a scoprire che poi così tremenda non è. Non in quanto tale, ma piuttosto perché noi l’abbiamo resa tale.

Ecco. UmanoVariabile ha la non-pretesa di essere il megafono, il tramite di queste tecniche, il divulgatore umile delle infinite possibilità, il mezzo attraverso il quale reperire e imparare a usare gli strumenti per compiere la magia e vivere pienamente e totalmente, nel bene e nel male, in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà con l’unico vero grande amore che resterà al nostro fianco fino all’esalazione dell’ultimo respiro: noi stessi. E il resto vien da sé. O dal Sè.

È ciò che vi auguro -così senza pretese- insieme a tanti Sorrisi, Gioia e Beatitudine. Buona lettura e buona pratica, dunque!

Umilmente e con Amore,

Lucia

 

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